A Milano, la soglia del numero 18 si palesa con discrezione in via Casati. Quando la si varca, la vivacità del quartiere di Porta Venezia svanisce per lasciare spazio alla dimensione appartata di un raffinato salotto meneghino. Da palazzo di ringhiera vecchio stile, il WorldHotel Il Casati 18, secondogenito della catena Viscardi Hotels, riapre con una promozione upper-upscale alla Elite Collection di BWH, frutto degli ingenti lavori di ristrutturazione e restyling integrale curato dall’architetto Max Minoja, dall’investimento di 6 milioni di euro.
“La proprietà ha intrapreso un percorso di miglioramento graduale di questa struttura, portandola da tre a 4 stelle e poi, insieme a BWH Hotels, dalla collezione Distinctive all’upgrade in Elite – racconta il direttore Luca Cellammare -. Durante il Covid abbiamo iniziato i restauri delle aree comuni e dal 2024 il ripensamento dei quattro piani, che ha diminuito le camere da 99 a 80 per aumentarne le metrature. La più piccola misura 16 mq. Prossimamente dovremmo iniziare i lavori di innalzamento del quinto piano terrazzato e la progettazione di suite e junior suite”.
Il progetto esalta le origini dell’edificio, l’ospitalità italiana e il carattere milanese, grazie a partnership esclusive con fornitori leader. “In equilibrio con la volontà della proprietà di conservare degli elementi precedenti abbracciando uno stile moderno e adatto a esaltare la bellezza senza eccessi, abbiamo valorizzato la tipica corte centrale quadrata, che offre una percezione più ampia degli spazi, agevolato i percorsi interni, lavorato su illuminazione soffusa e insonorizzazione. Il concept è quello di un elegante salotto di casa” spiega l’architetto Max Minoja.
Eccellenze artigianali
Stanze, hall, lounge e ristorante racchiudono una sfilata di eccellenze artigianali orgogliosamente lombarde, come pezzi da collezione firmati Gio Ponti e Rodolfo Dordoni e complementi d’arredo Molteni&C accanto a creazioni contemporanee di artigiani locali, tra cui le anfore di Ugo La Pietra e le sculture in ferro di Antonino Sciortino.
L’eleganza che permette all’albergo di inserirsi nella nicchia di boutique hotel 4 stelle urbani di pregio non traspira, tuttavia, solamente dalla palette di avvolgenti tinte testa di moro, terracotta e beige, dalle lampade Flos, dalle voluttuose testate da letto in pelle color carta da zucchero di Roda, dalla linea di lenzuola in raso di cotone fine, dalle carte da parati garbate e dal tocco pop al terzo piano, dal parquet bicolor a spina di pesce o dal bancone bar d’antan, dietro cui occhieggiano ritratti ottocenteschi di milanesi illustri. L’elemento che scalda l’ambiente, infatti, è il tocco umano, fiore all’occhiello del direttore e fattore decisivo di fidelizzazione e, di conseguenza, di revenue: “L’approccio cordiale in tutte le divisioni – spiega – fa la differenza per gli ospiti, che si sentono accolti da amici e avvolti da un comfort totale, simile a quello di casa, lontano da casa. Il mio modo di esprimere l’ospitalità è stato ben recepito dallo staff e messo in pratica, con l’obiettivo di crescere e affermarci come una gemma nel panorama milanese”.
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