Esiste un’Italia dell’ospitalità “net positive” che non sa di esserlo. I tanti, forse troppi, aggiornamenti del vocabolario green hanno infatti finito per disorientare persino i gestori delle strutture ricettive più sostenibili, ridimensionando risultati di efficienza di fatto già eccellenti. Da una parte Lefay Resorts dichiara con orgoglio di essere “la prima azienda italiana del settore turistico a sottoscrivere un accodo con il Ministero dell’Ambiente per progetti mirati alla neutralizzazione delle emissioni di CO2”; dall’altra il Vigilius Mountain Resort di Lana (Bolzano) si fregia del titolo di “primo hotel italiano certificato Klimahaus-A” grazie anche all’uso integrato nella propria architettura di materiali naturali quali il larice locale, o il cippato ricavatone per il riscaldamento a biomassa.

Eppure gli hotel che stanno portando avanti percorsi energeticamente virtuosi, ma indipendenti dall’agenda “net positive”, non sono affatto pochi. Per Glenn Mandziuk, ceo della World Sustainable Hospitality Alliance – promotrice nel marzo 2023 del “Net Positive Pathway V.2” – “la Net Positive Hospitality è una filosofia basata su approcci collaborativi, attraverso cui ridurre le emissioni di CO2, ma anche implementare la biodiversità, così come le condizioni sociali per chi lavora nelle strutture ricettive e gli impatti positivi sulle comunità locali”.
In Italia, non a caso, il concetto viene declinato sotto forma di ‘ospitalità rigenerativa’, considerando l’efficientamento energetico come adeguamento tecnologico interdipendente e complementare a un ben più ampio ventaglio di buone pratiche.

“In riferimento all’energia elettrica – spiegano Barbara Antognini e Lorenzo Gigoni, rispettivamente responsabile nazionale Settore Turistico Ricettivo Unoenergy e direttore commerciale di Unoenergy Green Solutions – risulta fondamentale a oggi utilizzare, per lo sviluppo della propria attività, energia rinnovabile”. La loro azienda fornisce al mercato un tipo particolare di prodotto: “Parliamo – spiegano Antognini e Gigoni – di ‘Energia Ethica’, una fornitura di energia da fonte solare certificata. Ciò che la distingue sul mercato è la provenienza non da un mix di fonti rinnovabili, ma esclusivamente da fonte solare”. E spiegano come, utilizzando la sola energia del sole, si crei il minor danno possibile al mondo animale, “in quanto non viene utilizzato né idroelettrico, né eolico. Questa scelta ha permesso di ottenere un riconoscimento anche dall’organo di certificazione VeganOk, riuscendo a tutelare meglio l’ecosistema”. Scegliere le energie rinnovabili, tramite la fornitura di energia elettrica proveniente da fonte solare oppure mediante l’installazione di un impianto fotovoltaico, “permette – aggiungono – numerosi vantaggi sia a livello di immagine, che di risparmio ma anche maggiori opportunità di accesso al credito”. Un’opportunità, quest’ultima, capace di fare la differenza in un Paese dove le politiche d’incentivo appaiono spesso frammentarie e di breve termine.

Prima di intervenire sulla tecnologia e sull’architettura dell’immobile, un percorso autenticamente net positive prevede infatti di modificare le abitudini di consumo: in assenza di progetti che sostituiscano in toto gli impianti esistenti, dai costi estremamente elevati e non funzionali per edifici le cui superfici sono troppo ridotte per parchi solari energeticamente restitutivi, è il modo migliore per soppesare la spesa necessaria, arrivando a un rientro degli investimenti in un periodo medio fra i 2 e i 5 anni.

Strumenti utili

Gli strumenti di maggior utilità si rivelano dunque i Sistemi di Gestione dell’Energia basati sul monitoraggio dei dati di consumo, la loro integrazione domotica mediante l’Internet of Things, per arrivare nei casi di rifacimento strutturale a soluzioni architettoniche con piani a inclinazione variabile, onde meglio intercettare l’irraggiamento solare mediante coperture fotovoltaiche. Da questo punto di vista la Powerhouse Telemark realizzata in Norvegia come prototipo net positive resta tuttora un punto di riferimento bioarchitettonico. “L’energia solare ha un ruolo fondamentale anche nell’ottimizzare le risorse idriche della struttura – osservano Franco e Dario Traverso, co-fondatori di Genius Watter – in particolare per quelle presenti in aree le cui falde acquifere sono soggette a progressiva salinizzazione, o subiscono maggiormente gli effetti siccitosi. Grazie ai nostri sistemi di desalinizzazione ad osmosi inversa, alimentati da energia solare, garantiamo una tecnologia funzionante in piena autonomia, ma in grado al contempo di favorire l’autoproduzione agricola come già sperimentato in Paesi come Capo Verde, Zanzibar o la Somalia, ma ora anche in Italia, in un agriturismo della Sicilia”. Da due anni, aggiungono i fondatori di Genius Watter, la società opera inoltre come Genius Cold, “uno step evolutivo ulteriore – spiegano -, che riesce a sfruttare la maggior disponibilità di acqua per dotare le medesime strutture di sistemi di refrigerazione ad energia solare, mantenendo sempre la circolarità dell’approccio net positive”.

“Oggi alcuni dei progetti italiani più innovativi – dichiara Elena Sisti, managing director Elesta Travel e membro dell’Associazione Startup Turismo – sono raccolti sotto il brand EcoLuxury, garanzia di un dialogo coi territori che consente procedure conservative e autogenerative spesso inedite, perché adattate alla singolarità delle tradizioni locali”.

Strutture virtuose

A differenza delle grandi catene internazionali, che hanno indubbiamente più vincoli architettonici, gli alberghi di tradizione famigliare sono predisposti per forma mentis a raggiungere la massima efficienza dei consumi e, in questo campo, il panorama ricettivo italiano si mostra non solo al passo dei tempi ma, in diversi casi, riesce a intraprendere addirittura nuovi percorsi net positive. Ottimi esempi sono il Sextantion Albergo Diffuso in Abruzzo, il Castello di Postignano Relais o l’Adler Lodge Ritten di Soprabolzano, ma sotto la certificazione Global Sustainbable Tourism Council cominciano a essere raccolti e diffusi nuovi modelli virtuosi che includono persino l’e-mobility nell’economia circolare della struttura. Il Resort Valle dell’Erica – eletto per la sesta volta ‘Europe’s Leading Green Resort’, migliore green resort d’Europa ai World Travel Awards 2024 a cui si aggiunge la riconferma a livello nazionale per il quinto anno consecutivo come ‘Italy’s Leading Green Resort’ – riesce infatti a unire uso 100 per cento di energia green, limitazione della plastica, razionalizzazione dei lavaggi interni e ricorso esclusivo alla mobilità elettrica.

Infine un esempio dalla Gran Bretagna. Parliamo del Grand Hotel Hyundai in Inghilterra, il primo al mondo alimentato grazie alla tecnologia vehicle-to-load di un’auto elettrica, che rappresenta un’evoluzione net positive ulteriore rispetto a progetti di ricarica, quali il Tesla Destination Charging, già adottati da strutture green-friendly come il Tivoli Portopiccolo Sistiana Resort di Trieste.

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