Philippe Starck, uno dei designer più conosciuto nel panorama contemporaneo, è tornato in azione: dopo il Brach Paris ha infatti firmato il Brach Madrid, il secondo hotel che il gruppo alberghiero francese Evok Collection ha aperto fuori dei suoi confini, a Madrid, sulla Gran Via, una delle strade più animate della capitale.

Costruito tra il 1919 e il 1922 dall’architetto Jerónimo Pedro Mathet Rodriguez, presenta al suo interno un’imponente scalinata in ferro battuto che si fonde perfettamente con l’arredamento scelto da Starck il quale, ispirandosi alla sua visione degli anni ’20 e ’30, ritiene che ogni spazio riveli una forma di nostalgia moderna, mentre ogni materiale e oggetto esprime la contrastante anima spagnola. L’atrio interamente pavimentato in terracotta incontra la rusticità dei soffitti del ristorante in cuoio intrecciato, che si contrappone alla raffinatezza della vetrina-galleria d’arte.

“Madrid – commenta Philippe Starck – è una città singolare e contraddittoria. Segnata da 36 anni di franchismo è passata da un estremo all’altro, dalla dittatura fascista alla Movida. Per il Brach Madrid ho voluto catturare lo spirito inespresso della poesia spagnola, creando un tessuto ricco che le persone ameranno ripercorrere più volte; nuovi dettagli come tante attenzioni, sussurri che raccontano ricordi sepolti”.

Una scelta del cuore

Nelle camere Starck ha dato sfogo alla sua fantasia, con una moltitudine di dettagli e oggetti il cui eclettismo non è frutto del caso, ma di una scelta del cuore: si vuole dare un’impressione di intimità e gli oggetti lasciati per decorazione, oltre a i graffiti sui muri, sono tutte tracce delle vite e delle presenze passate che hanno abitato i luoghi. In ogni stanza, di fronte al letto vi è un armadio-scaffale che rappresenta un ingresso nei pensieri e nei ricordi del protagonista immaginario: ogni elemento, che sia un soprammobile o una foto, offre un indizio biografico. Sta poi a ciascuno giocare con la propria immaginazione. È questo il gioco mentale che Philippe Starck propone in ogni camera.

L’artista afferma di aver creato delle camere “ricche di sentimenti, che mostrano la storia, i piccoli dettagli. Un’esperienza assolutamente emozionante”.

Le tonalità mogano dei rivestimenti in legno, il cuoio spesso a impunture delle testiere, le ceramiche e i panieri conferiscono alle stanze morbidezza e calore. Qualche tocco di rosa acceso o di arancione su nappe e passamanerie evoca l’esuberanza delle chaquetillas e la vitalità delle danze spagnole. Il bagno ha il pavimento in breccia, una roccia preziosa, e uno specchio con una cornice in smalto verde. “Ho immaginato questo specchio – riflette il designer – come modellato dalla mano destra del signore di cui sto immaginando la storia e che ha voluto realizzare lo specchio che sua moglie avrebbe sognato di avere e nel quale lei non si è mai specchiata. Ha preso dell’argilla pensando a lei e, con quello spirito femminile e barocco, ha creato la cosa più emozionante del mondo”.

Il ristorante, invece, evoca un’eleganza senza tempo grazie alle pareti rivestite in mogano, ai soffitti in cuoio intrecciato e alle colonne ricoperte di piastrelle di terracotta smaltata. Gli spessi tendaggi sono nei toni del beige e le poltrone in pelle naturale, mentre i doppi paralumi aiutano a smorzare la luce.

Il bar s’ispira a quelli della campagna spagnola, grazie alla presenza di grandi recipienti in vetro avvolti da paglia intrecciata, la cui forma ricorda le bottiglie a palloncino in cui invecchiano i vini catalani come il rancio. Questi, allineati sopra il bancone e dotati di piccoli rubinetti, aggiungono una dimensione scherzosa e folcloristica al servizio dei drink.

“Non è stato facile immaginare un nuovo Brach senza fare una copia del Brach Paris – commenta Emmanuel Sauvage, direttore generale di Evok Collection -. Philippe Starck ha fatto un lavoro meraviglioso e ha evitato questo rischio, perché a Madrid ritroviamo i codici del Brach ma adattati alla Spagna in un modo che non avremmo mai potuto immaginare, talmente questo nuovo sito è tipicamente spagnolo. È possibile percepire l’intera storia della città e della Spagna attraverso questo edificio e attraverso ciò che Philippe Starck ci racconta in tutto il concept del progetto”.

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