La velocità e la quantità di informazioni derivanti dall’interazione tra l’ospite e l’AI può avere riflessi positivi e importanti su marketing e fidelizzazione, perché consente di conoscere le esigenze del cliente. Si può riassumere in questi termini il progetto Alexa Smart Properties Hospitality con BWH Hotels, nato da una collaborazione tesa alla ricerca di soluzioni capaci di considerare le nuove abitudini ed esigenze degli ospiti, ma in un’ottica di evoluzione e supporto all’operatività della struttura. L’installazione dell’Intelligenza Artificiale nelle camere “è un progetto – ha spiegato Mariangela Colasanti, head of innovation BWH Hotels Italia & Malta – che ci consente di unire la facilità di implementazione al servizio agli ospiti, in affiancamento allo staff della struttura alberghiera. Il progetto è stato accolto bene, e abbiamo già diverse strutture in fase di adesione. È stato interessante vedere quanto l’albergatore si sia stupito, perché ha visto che il cliente provava anche molta curiosità e interagiva volentieri con l’AI”. E, fattore importante, c’è stata un’accoglienza positiva anche da parte dello staff, con l’interazione da entrambe le parti.

“Quello dell’Intelligenza artificiale è un tema complicato – ha ammesso Matteo Toresani, brand mangaer & cfo Olympic Spa Hotel, in Val di Fassa -. È vero, ogni albergo è ormai dotato di elementi tecnologici (dal booking engine ai software gestionali), ma l’inserimento dell’AI è qualcosa di diverso, e occorrono ragionamenti diversi sul suo utilizzo. Noi abbiamo scelto di approcciare l’aspetto ‘stay’, installando Alexa in camera, che fornisce informazioni su quelle che sono le richieste dell’ospite, che vengono così esaudite in tempi decisamente brevi. Le risposte sono così immediate che recano nuovi vantaggi sul piano del gradimento da parte del cliente”. E comunque, ha però aggiunto, “ben venga tutto, ma l’aspetto umano deve rimanere fondamentale”.

Dall’AI al Metaverso, è anche il progettista ad offrire il suo punto di vista. È il caso di Emanuele Svetti, executive chief architect Studio Svetti Architecture, che ha ideato una camera immersiva nel Metaverso. “Si tratta di un tema complesso – ha detto -, ma, per me, la logica da applicare all’ospitalità è quella della ‘esperienza’. E il Metaverso esprime di per sé il concetto che voglio trasmettere, cioè un’accoglienza capace di generare esperienze uniche e fidelizzanti”. 

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