Oltre l’ospitalità, oltre l’arte. Una fusione alchemica, è questo ciò che caratterizza il mondo dei cosiddetti ‘Art Hotel’, oggi uno dei trend del settore.

“L’arte nell’ospitalità aggiunge valore al design e offre agli ospiti l’accesso a dei capolavori senza visitare un museo” sottolinea Frédéric Picard, direttore generale della scuola di ospitalità Glion, intervistato sull’ultimo numero di InOut review.

L’espressione creativa di artisti nazionali e internazionali si articola sinuosamente tra spazi comuni e camere, donando molto più che un posto dove riposare, bensì un viaggio sensoriale tra opere d’arte, design e architettura d’interni.

“L’arte è una dimensione essenziale che trascende la nostra vita quotidiana ed è elemento fondamentale nel nostro lavoro architettonico – spiega Natacha Froger, architetto di interni e fondatrice di Atome Associés -. Quando pensiamo all’arte in un hotel, la integriamo fin dall’inizio perché tocca la luce, lo spazio e tutto quanto”.

Questione di budget

‘Caro artista, ma quanto mi costi?’ È questo uno dei primi miti da sfatare. L’arte non è – sempre – costosa. Le alternative alle opere di artisti blasonati esistono, e sono valide. “L’arte non è cara se si sceglie tra gli artisti emergenti” puntualizza Francesca Fazioli, direttore artistico e founder di Cinquerosso Arte. “Ho conosciuto tantissimi giovani talentuosi, quindi perché non proporre opere non ancora quotate sul mercato dell’arte?”

Le opere suggerite da Cinquerosso Arte si dimostrano originali e con carattere, ‘instagrammabili’, come è cool dire. “L’arte completa il progetto – prosegue Fazioli – e ogni dettaglio curato dà un tocco speciale all’atmosfera, consentendo all’ospite di sentirsi a casa, di stare bene”.

La mission del curatore

È una filosofia in espansione. Perché oggi il pubblico è più educato al bello e  – dati alla mano – si viaggia indubbiamente con maggiore frequenza rispetto al passato. Il binomio arte e hotel, che fino a non molto tempo fa sembrava destinato a una nicchia di albergatori pionieristici, è dunque una realtà che sta mettendo radici.

“Negli ultimi dieci anni l’arte contemporanea è divenuta meno concettuale entrando a far parte dell’estetica diffusa” illustra Alessandro Riva, curatore del Galleria Vik Milano Hotel. “Ogni art hotel necessita di un curatore specifico, noi di Vik abbiamo la mission di portare nel nostro hotel il meglio dell’arte contemporanea italiana, insieme a una serie di eccellenze internazionali”.

Ed effettivamente, grazie alla sua variopinta selezione, il Galleria Vik Milano dà ai suoi ospiti la possibilità di godere della magia dell’arte muovendosi tra i cinque piani dell’hotel, incluso il ristorante Vik Pellico Otto e lo spazio espositivo privato 210 Gallery. Anche prenotare una camera non è una banalità, visto che ciascuna di esse costituisce un progetto site specific, nonché una ‘dedica’ a un singolo artista.

Viaggio in Italia

Uno degli esempi più accattivanti del panorama italiano è il Gallery Hotel Art di Firenze. Disegnato da Michele Bönan, questo boutique hotel 4 stelle si presenta come uno spazio contemporaneo dedicato ai grandi dell’arte e della fotografia. Ma la vera particolarità del Gallery Hotel Art è la facciata in Vicolo dell’Oro, arricchita da opere consacrate ogni anno a un tema diverso.

Dalla Toscana alle Marche, 63 stanze tutte dissimili e oltre 70 artisti, i materiali e le tecniche più disparate: è questo il biglietto da visita dell’Alexander Museum Palace Hotel di Pesaro, dichiarato ‘Opera non trasportabile’ alla Biennale di Venezia del 2011. Frutto del genio del suo proprietario, questo stravagante hotel conta nove piani di arte contemporanea espressa in un gioco di incontri, mostre e corsi che rendono il luogo anche un laboratorio di sperimentazione dell’ingegno umano.

Il Borghese Contemporary Hotel di Roma

“L’idea del nostro hotel è nata dall’amore per l’arte moderna e contemporanea di noi due soci e fratelli, nonché collezionisti” raccontano Romeo e Guglielmo Piperno, proprietari del Borghese Contemporary Hotel di Roma. Un racconto che inizia seguendo il cuore e che prosegue con la volontà di narrare ai propri clienti la storia del palazzo in cui si trova l’hotel, la Roma seicentesca dei Borghese, ma anche la Roma dei nostri giorni, quella del design e appunto dell’arte.

“Ciò che rende unico il nostro hotel è questo mix tra antico e moderno” aggiungono i Piperno. E se si domanda loro quale sia il fiore all’occhiello della struttura la risposta conduce, in virtù dell’interesse suscitato, verso un’opera dell’artista americano Cameron Welch intitolata ‘The Voyager’.

Ogni art hotel ha una sua personalità determinata dal modo in cui l’arte si innesta al suo interno. Si pensi al The Venice Venice Hotel di Venezia, che ha di recente introdotto il Venice M’art, un concept store che combina arte, moda e design diventando esso stesso una destinazione nella destinazione.

Altro hotel che nasconde un segreto da svelare ai propri ospiti è il Grand Hotel Excelsior Vittoria di Sorrento, in cui è stata aperta la Sala 113 del Museo del Turismo, museo diffuso dedicato alla celebrazione dell’evoluzione del turismo globale.

La NUAR Gallery nel Grand Hotel Bristol di Rapallo

La tappa conclusiva di questa carrellata ci porta, infine, in Liguria al Grand Hotel Bristol di Rapallo: qui si cela addirittura un’intera galleria d’arte. “È gestita da NUAR, prestigiosa galleria d’arte nata a Roma, che espone esclusivamente in location accuratamente selezionate – dichiara Riccardo Bortolotti, general manager Grand Hotel Bristol del Gruppo R Collection Hotels -. Abbiamo, inoltre, una curatrice che ha il compito di spiegare quanto esposto”. Inserire opere d’arte in hotel significa aprire le porte non solo agli ospiti, ma anche alla comunità locale, trasformando la struttura in un hub di cultura. “Crediamo fermamente che l’arte possa elevare lo spirito di un luogo – conclude – rendendolo sì una meta di lusso, ma anche un centro di scambio culturale”.

Tutto si muove, dunque, oltrepassando la noia. Perché in fondo, come pare sostenesse Pablo Picasso, “l’arte spazza la nostra anima dalla polvere della quotidianità”.

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