Lo stile e il comfort di un hotel di lusso nel rispetto di una storia illustre. L’estetica del Passalacqua, nella sua sontuosità e curatezza di dettagli, nelle linee guida dettate dai progettisti del restauro, si riconferma ai vertici dell’hotellerie mondiale: secondo ai ’50 World’s Best Hotels 2024’ e primo classificato nel ranking europeo.

Una villa del XVIII secolo che si snoda e si scompone su sette acri di giardini terrazzati sul lago di Como e che, a poco più di un anno dal restyling totale, ha il fascino intatto di un rifugio dove l’artigianato italiano abbonda con affreschi e intagli sul soffitto, specchi dorati, tavoli antichi e lampadari di Murano, di cui Il Bronzetto si è occupato creando uno chandelier di due metri di diametro decorato con centinaia di piccole foglie dorate.

Ma la stessa bottega artigianale fiorentina ha dato vita al progetto di illuminazione della spa di ispirazione orientale, degli spazi outdoor, con le luci portatili Palmira in bronzo e tessuto.
All’esterno una terrazza piscina punteggiata da ombrelloni J.J. Martin, che aggiungono un tocco contemporaneo all’opulenza classica.

La parola agli architetti

Un rivisitato concept, dunque, che ha le radici nello Studio Bamo di San Francisco, contattato dalla famiglia De Santis, proprietaria del Passalacqua, per pianificare il restauro e l’architettura degli interni, determinando il modo migliore per sfruttare il potenziale di tutte le stanze e per la migliore esperienza degli ospiti.

“L’ispirazione è venuta aprendo porte ed esplorando passaggi che conducevano ad ampie stanze e viste secolari – hanno ricordato gli architetti -, e tutto questo ha fornito indizi sul potenziale design”. Della parte strutturale vera e propria si è poi occupato lo Studio Venelli & Kramer, con base sul lago di Como, descrivendo il Passalacqua come “un monumento culturale, in cui entrare in punta di piedi e restaurare come fosse casa propria”. Chiamata a perfezionare lo schema di illuminazione, la lighting designer Silvia Perego considera il progetto su Villa Passalacqua “come momento clou della mia carriera, che mi ha dato la possibilità di lavorare ampiamente per la prima volta con materiali vintage nobili, come il vetro di Murano”.

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