Con il recente intervento di rinnovamento il Park Hyatt Milano – iconico cinque stelle lusso nel cuore della città – si propone come un manifesto del luxury design contemporaneo, con un linguaggio che intreccia estetica, neuroscienza e benessere percettivo.
Alla guida del progetto Flaviano Capriotti, che con il suo studio milanese Flaviano Capriotti Architetti ha tradotto l’idea di comfort in una grammatica di luce, materiali e tonalità. Il risultato è un percorso sensoriale dove ogni spazio è pensato per favorire calma e benessere.
Lo studio, attivo tra architettura, interior e product design, si distingue per un approccio sartoriale, libero da mode e formalismi. Con oltre venticinque anni di esperienza nel settore dell’ospitalità e del residenziale di alta gamma, Capriotti porta avanti una ricerca costante sull’armonia tra forma e percezione.
“Il lusso è benessere. È la capacità di apprezzare le piccole cose della vita, come la luce che filtra in modo naturale, il calore dei materiali autentici, la morbidezza delle texture che accolgono. Il design deve evocare serenità, intimità e un senso di equilibrio con ciò che ci circonda” afferma Capriotti.

Il bagno della Brera Suite
Ispirazione manzoniana per il progetto
Alla base del progetto di Park Hyatt Milano, un riferimento letterario che diventa chiave di lettura estetica: il “cielo di Lombardia” evocato da Manzoni nei ‘Promessi Sposi’, nel celebre passo in cui descrive “la luna, in un canto, pallida e senza raggio… quel cielo di Lombardia, così bello quand’è bello, così splendido, così in pace”.
“In queste righe – prosegue Capriotti – ho trovato la sintesi perfetta di ciò che cerco di restituire con il mio lavoro: una luce che accarezza, colori che sfumano l’uno nell’altro in equilibrio naturale, un senso di pace che si apre verso l’immenso. Non solo bellezza, ma una bellezza che calma e che accoglie”.
Dalle suite al ristorante di Park Hyatt Milano
Nelle suite rinnovate da Flaviano Capriotti il linguaggio materico diventa strumento di benessere percettivo. Le pareti grigio perla e le boiserie in noce chiaro disegnano un’atmosfera ovattata e rilassante, mentre il rovere scuro spazzolato e il marmo verde Alpi aggiungono profondità tattile e una dimensione di comfort che invita al contatto. I tessuti naturali – lino, cotone, seta e velluto – amplificano la sensazione di calore e accoglienza.

Il rinnovato ristorante fine dining Pellico3 Milano
Al ristorante fine dining Pellico3 Milano la progettualità dialoga con la filosofia culinaria dello chef Guido Paternollo, riflettendo la stagionalità del menù attraverso un’estetica coerente e naturale. Pareti in vimini intrecciato, sedute in velluto e superfici in pietra verde creano un continuum visivo e tattile con la materia viva della cucina, fondendo interior design e gastronomia in un’unica esperienza multisensoriale dove gusto, tatto e vista si intrecciano.
Negli spazi comuni e nei bagni il travertino poroso, caldo al tatto, stimola l’interazione immediata con l’ambiente, mentre le essenze lignee spazzolate restituiscono una sensazione di stabilità e radicamento naturale.
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