Rivestimenti tattili, vecchi denim che diventano marmo, geometrie moderne e cromaticamente impattanti che abbattono le soglie temporali conferendo agli ambienti un tocco classico. Una nuova matericità tessile sta permeando il mondo dell’interior design, supportata dall’estro e dal gusto di giovani progettisti e dalla progressione tecnologica degli strumenti di progettazione.

A guidare quest’evoluzione, oltre alla ricerca estetica, una tensione degli studi di progettazione verso la funzionalità e la sostenibilità. Nelle strutture ricettive, così, pareti e pavimenti, complementi d’arredo, aree indoor e outdoor si vestono di tessuti dalle trame e dalle texture innovative, nonché green e dalla resa visiva e tattile sorprendente. Nascono materiali sintetici e inediti dalla trasformazione di fibre e radici naturali, o, al contrario, tornano in auge le materie prime classiche, per il valore aggiunto che garantiscono le loro proprietà intrinseche.

Fibre di lino, di canapa o di bambù diventano così le opzioni ideali per realizzare tendaggi e rivestimenti eco-friendly, assai duraturi e anche antibatterici, che donano agli spazi atmosfere eleganti e senza tempo.

Con il supporto della tecnologia vengono superati i limiti della matericità classica. Un esempio porta la firma di Keith Pillow, che ha dato vita per DAAA_Haus a Nevermind, una collezione di tavolini all’apparenza marmorei, grazie a un progetto che ha unito design e upcycling. In collaborazione con l’artista indiana Sushma Bengani e con il supporto di Bear Spaces di Mumbai, Pillow ha trasformato in pietra il denim, combinando il tessuto pressato con la resina e arrivando così a realizzare una sorta di pietra, di marmo blu variegato, che conferisce a ogni tavolino un tocco artistico differente.

Un processo inverso è stato sperimentato da Luca Dini Design & Architecture, che in uno dei suoi  recenti progetti ha reinventato il marmo, trasformandolo da materiale tradizionalmente pesante a elemento di design leggero e sofisticato. In due nuove collezioni pensate per spazi indoor e outdoor, Dini ha combinato l’eleganza del marmo di Carrara con innovativi accorgimenti tecnici, come strutture in alluminio e honeycomb che alleggeriscono il materiale, e lavorazioni di alta precisione che rendono il marmo simile a un tessuto.

Carte da parati e tendaggi prendono vita con rilievi e ricami che regalano esperienze visive e sensoriali uniche, trasformando le superfici in narrazioni. Come nel caso di Dorsum, sistema brevettato di finitura a rilievo per superfici laccate, che permette di realizzare veri e propri quadri tattili, pensati per decorare con carattere le pareti alla ricerca della tridimensionalità.

Una tridimensionalità a cui ambiscono anche le ultime creazioni firmate Inkiostro Bianco e La Casa Moderna, che fondono elementi floreali con architetture immaginarie e illusioni ottiche, evocando giardini o boiserie in chiave moderna.

Motivi geometrici e cromie accese sfidano così la terza dimensione, mentre suggestioni jungle alternano paesaggi tropicali a visioni più intime, ispirate alla connessione con la natura.

Tessuti imbottiti e trapuntati, pizzi e ricami tattili tornano in voga per generare texture intessanti su tendaggi, carte da parati, tappeti e sedute. Soluzioni che ben possono sposarsi anche con gli ambienti ricettivi più minimali per accenti visivamente appaganti agli occhi gli ospiti.

Si fa via via predominante, inoltre, il fattore cromatico. Il colore, insieme alla tecnologia, sarà infatti, secondo gli addetti ai lavori, uno degli elementi che guideranno maggiormente l’evoluzione della progettazione e dell’arredo negli anni.

Dai complementi di arredo alla carta da parati, giochi di colore, così come dettagli geometrici, optical o motivi naturali, faranno la differenze per arricchire gli spazi con dettagli cromatici interessanti.

Sul fronte della sperimentazione e della ricerca, però, la sostenibilità è l’ambito che sta generando gli azzardi materici più audaci e inusuali. Tematica dalla quale non si può più prescindere – particolarmente nell’hospitality, settore che deve fare i conti con strutture energivore e spesso impattanti a livello ambientale -, la riflessione green sta portando a idee pionieristiche e avveniristiche. A partire dai tessuti ottenuti da materiali riciclati, come l’econyl, speciale tipo di nylon ricavato dai materiali plastici dispersi negli oceani o il cotone rigenerato; per arrivare a fibre innovative ad alta durabilità o a soluzioni tessili che combinano estetica e performance, attraverso l’adozione, ad esempio, di materiali privi di formaldeide, ignifughi, resistenti ai raggi UV e facili da applicare. Mentre piante e muschi stabilizzati diventano pannelli e carte da parati in grado di deumidificare gli ambienti garantendo un effetto visivo tech-chic.

C’è poi il mondo dell’upcycicling. In questo contesto le stesse strutture ricettive si fanno protagoniste di iniziative virtuose. È il caso ad esempio dell’Hilton Milan, che, in occasione della recente ristrutturazione, ha affidato all’azienda specializzata in design sostenibile e upcycling, Regenesi, il compito di dare una seconda vita ai suoi arredi dismessi. In un’ottica di co-design le due realtà hanno realizzato così una linea di accessori made in Italy pratici, green e artigianali, destinati agli ospiti dell’hotel, trasformando, attraverso un processo di riutilizzo creativo, i tessuti riciclati delle tende dell’albergo in shantung in shopper e pochette. In totale, sono stati recuperati e riutilizzati circa 158 metri quadrati di tessuti: 58 mq destinati alle shopper e 100 mq utilizzati per le pochette. L’operazione, oltre a ridurre lo spreco di materiali derivati dagli arredi dismessi dell’hotel voleva promuovere una filosofia circolare e sostenibile, offrendo agli ospiti accessori esclusivi che incarnano l’impegno dell’hotel verso un futuro più green.

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