Creatività e intelligenza artificiale, matita e algoritmo, uomo e macchina: una dialettica che divide. C’è chi teme questa rivoluzione e chi la abbraccia, convinto che possa aumentare l’efficienza senza compromettere l’integrità estetica. Einstein sosteneva che l’intelligenza è la capacità di cambiare, e oggi il cambiamento è incarnato dall’IA, che grazie all’aggettivo “generativa” sta capovolgendo tutti i paradigmi.

Perché una chatbot non è un semplice motore di ricerca: non si limita a trovare informazioni, ma crea qualcosa di nuovo partendo da una manciata di parole. Oggi è capace di scrivere, disegnare, comporre e risolvere problemi complessi, offrendo soluzioni che sfuggono al pensiero lineare.

Un futuro che è già presente

Dal 2021, con il lancio delle prime versioni di DALL·E, e nel novembre 2022, quando è approdata la prima versione di ChatGPT, questa tecnologia ha permeato la nostra quotidianità. Ma non si tratta solo di uno strumento per chiacchierare o per creare gattini che volano nello spazio; è molto di più. È un alleato potente, capace di generare idee innovative e soluzioni creative, spingendo i confini di ciò che pensavamo possibile. “È una vera ‘bomba’ – racconta con soddisfazione Mirco Cerri, chief digital officer & head of digital transformation del Gruppo Italian Design Brands – che negli ultimi mesi ha fatto passi da gigante. Basta verificare con mano i super poteri dell’ultima Suite di Adobe per capire il potenziale raggiunto”.

E poi continua: “Questi ulteriori progressi non sono sfuggiti a molte aziende del settore design, che stanno implementando la loro gestione proprio grazie a lei. E non solo per quanto riguarda la grafica e la comunicazione, ma anche per gestire molte dinamiche interne riguardo alla produzione”.

“Noi abbiamo sviluppato due prodotti innovativi – ci confida – uno dei quali si basa su LoRa, una piattaforma digitale che sta rivoluzionando il modo in cui designer e aziende collaborano. Grazie all’integrazione dell’intelligenza artificiale generativa, possiamo offrire suggerimenti personalizzati e assistenza immediata ai creativi: li aiutiamo a trovare i materiali più adatti, i fornitori migliori e persino a perfezionare i loro concept estetici con soluzioni avanzate. È un partner virtuale in grado di comprendere il linguaggio visivo e il gusto estetico, rispondendo con consigli nati da un algoritmo ‘intelligente’ e adattandosi alle esigenze specifiche di ogni progetto”. Il secondo prodotto, ancora avvolto nel mistero, si propone di rivoluzionare il settore, visto che “aiuterà le aziende a sviluppare un sistema simile a quello delle app per arredare casa”.

“Ma – aggiunge Cerri – non si limiterà a offrire semplici idee, utilizzerà invece prodotti e finiture reali per creare soluzioni concrete e personalizzate, facilitando la progettazione degli spazi e garantendo un’esperienza autentica, direttamente connessa al mondo della produzione e della vendita”.

E come un fiume in piena, conclude annunciando: “Da qui al Salone ne vedremo delle belle, sicuramente verranno sviluppati diversi strumenti come questo, tutti orientati a valorizzare e incrementare il brand, piuttosto che concentrarsi sul singolo prodotto”.

Dal prompt al prototipo

Un esempio concreto di innovazione nel design è rappresentato dalla collaborazione tra Philippe Starck e Kartell. Poco prima dell’emergenza Covid-19, il grande creativo francese aveva già utilizzato l’IA per progettare una sedia. La serie AI – così è stata battezzata – include sedute e sgabelli e da quest’anno anche una console: “È stata un grande successo – racconta Lorenza Luti, direttore marketing e retail  di Kartell -, ha conquistato subito il pubblico e gli appassionati di design perché esteticamente riuscita e attenta all’ambiente”.

Ma non finisce qui: “L’utilizzo dell’intelligenza artificiale – continua – ha portato anche a una maggiore efficienza. La produzione è diventata più rapida, riducendo il periodo di gestazione del 50%. Grazie all’IA la forma dei prodotti è stata affinata, eliminando materiali in eccesso e riducendo gli sprechi, un passo importante verso la sostenibilità. Grazie ai file digitali ottimizzati le criticità sono risolte in anticipo, anche per prodotti complessi come le sedie. Tutti i parametri, inclusa la resistenza, sono garantiti”.

L'IA nel contract

Ma è il settore delle piastrelle ad aver colto con maggiore rapidità le potenzialità di questa nuova opportunità. Dopo la collezione realizzata con ACPV ARCHITECTS, lo studio di Patricia Viel e Antonio Citterio, Marazzi continua a esplorare l’uso di tecnologie avanzate. Mauro Vandini, a.d. del gruppo, definisce questa accelerazione un “vero e proprio salto tecnologico”, capace di aprire un ventaglio infinito di possibilità creative e di offrire un contributo significativo alla riduzione dell’impatto ambientale nel processo produttivo.

Anche il gruppo Bardelli ha sviluppato un sistema generativo per creare immagini digitali per pavimenti, come la collezione Clayborn, nata dall’analisi di diverse pietre, marmi e argille naturali. A completare questa offerta non potevano mancare le carte da parati. Sebbene possa sembrare un campo semplice, caratterizzato da un disegno bidimensionale, il processo creativo è tutt’altro che scontato. Ogni disegno, ogni pattern è il frutto di un dialogo profondo, in cui la macchina diventa non solo un tool, ma un compagno di viaggio. È stato così anche per la tappezzeria Disto-Pop, da me creata quest’anno con l’aiuto dell’intelligenza artificiale per Spaghetti Wall. Lavorarci non è stato facile; richiede di instaurare un dialogo e comunicare i propri desideri a una macchina che custodisce l’intero sapere della rete. Ma è stato un inizio per capire meglio  il vero potere di questa alleanza un tempo difficile da immaginare.

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